La chiesa viene citata esistente fin dal XIII secolo, anche se
l'ubicazione antica resta sconosciuta. Risulta dipendente dal Convento
delle Suore Benedettine di S. Vitale e Agricola in Arena, in via S.
Vitale, che qui ebbero una casa -monastero rurale.
La chiesa attuale risulta totalmente ricostruita su nuove fondamenta nel
1691 con restauri e abbellimenti fatti eseguire dai vari parroci tra il
XVIII e XIX secolo. L'interno a navata unica, tipico delle chiese
rurali, è dotato di tre altari. L'Altare maggiore possiede una tela di
anonimo autore Bolognese del XVIII secolo, raffigurante la Vergine, S.
Pietro, S. Giacomo Maggiore. L'Altare di destra dedicato alla B.V. del
Rosario ha un apparato figurativo formato dall' immagine della Madonna
del Rosario circondata dai 15 misteri.
Sull'Altare di sinistra vi è una tela sempre di anonimo del XVIII secolo che raffigura S. Antonio da Padova.
Nella Sacrestia sono conservate altre interessanti opere pittoriche: una
teletta incorniciata con l'immagine di S. Domenico dipinta, come
scritto nel retro, dal frate Domenicano: Pietro Zervonitsky nel
1775,personaggio gravitante presso la famiglia Pallavicini, ricordato da
Mozart nelle lettere scritte durante il suo soggiorno alla Croce del
Biacco.
Vi è anche un quadretto con una immagine della Madonna col bambino il
cui livello pittorico la fa attribuire a uno dei Gandolfi, che , come
tradizione, nel mese di maggio viene esposto sull'Altare maggiore.
Altre tele di minore importanza sono appese sulle pareti della Cappella
alla destra del Presbiterio. Da qui è possibile accedere a un ambiente,
riservato per tradizione al Presepio, che poteva essere in antico una
cappella aperta sulla via Stradelli Guelfi.
Molto interessante è l'organo che risalirebbe alla metà del settecento e che, si dice, sarebbe stato suonato da Amadeus Mozart.